«Il cielo e la terra sono uniti oggi, perché è nato Cristo!
Oggi Dio è venuto sulla terra e l’umanità è salita al cielo.
Oggi per l’umanità l’Invisibile si è fatto visibile nella carne»
(Giovanni il Monaco, Stichera della natività del Signore)
Fratelli e Sorelle,
abbiamo atteso con trepidazione la buona notizia della nascita dell’Emmanuele e nella Notte santa il Mistero del Dio-Uomo ci raggiunge ancora, compiendo le promesse di felicità che muovono la nostra condizione umana. Nella mangiatoia di Betlemme il bisogno della nostra carne ha incontrato il desiderio di eternità del cuore di Dio, nella forma tanto inconsueta quanto attuale di un Bambino indifeso, accolto con trepidazione tra le braccia della Benedetta tra le donne (cfr. Lc 1,42). Davanti alla singolarità del presepe ciascuno può ritrovare sé stesso e percepirsi chiamato verso un oltre: «quanti siamo in questa tenda», ci ricorda san Paolo, desideriamo che «ciò che è mortale venga assorbito dalla vita» (2Cor 5,4). Abita in questa tensione per la Vita la nostra speranza per il Natale! È infatti l’aspirazione alla pienezza che ci spinge ad attendere il Signore nella nostra storia e a celebrarlo oggi con fede rinnovata: tutti viviamo di attese, desideriamo essere felici, domandiamo pace e amore intorno a noi. E la storia della salvezza ci dice che Dio non ha lasciato inascoltata l’invocazione dell’umanità, rilanciandola nelle voci dei Profeti e infine dandole credito, nella pienezza del tempo, con l’Incarnazione del Figlio.
È il Bambino il volto autentico del «Dio della speranza» (Rm 15,13), lo sguardo a cui tornare per non smarrirsi. Egli nascendo inaugura il Regno atteso, la «grandezza» realmente a misura dei nostri sogni, il destino adeguato all’anelito del nostro vissuto. Ma la prospettiva è paradossale, capovolta: nella piccolezza del Natale scopriamo che è Lui ad attenderci nelle nostre domande, nei nostri limiti, offrendosi come risposta credibile di umanità compiuta. Qualcuno ha scritto che c’è speranza dove c’è chi ti aspetta: la vita splende nell’andare incontro all’altro, nello sperimentarsi amati, ricordati, visitati.
Con tali sentimenti ho portato a compimento la mia prima Visita Pastorale, gustando l’attesa del Popolo di Dio e la consolazione del Signore per le persone incontrate. Nonostante la pandemia abbia rallentato la corsa del Vangelo, la soglia delle nostre parrocchie è stata continuamente attraversata dalla Parola della vita e dalle attese dei ragazzi e dei giovani, che confidano in una Chiesa coraggiosa e accogliente. Tra le esperienze che hanno segnato il passo del mio camminare con voi ricordo l’attesa dei malati e degli anziani, che pur non potendo allontanarsi da casa hanno confidato nella presenza di Dio: una testimonianza che interpella, perché solo la fede ancorata al Vangelo e custodita dalla carità fraterna dà la forza di ricominciare nella battaglia della vita. A loro e a tutte le famiglie della Diocesi giunga in questo giorno santo il mio più caro abbraccio!
Un pensiero, ancora, per chi da troppo tempo attende il dono della pace, che appare smarrirsi dietro le false stelle dell’orgoglio e del predominio internazionale. Continuiamo a chiedere al Signore la fine di ogni conflitto, impegnandoci a costruire la più genuina fraternità anzitutto nelle nostre case, nei luoghi di lavoro, nelle relazioni quotidiane ed ecclesiali.
Le Fonti raccontano che san Francesco, il giorno di Natale, pensando all’umiltà dell’Incarnazione desiderava che soprattutto «i poveri ed i mendicanti fossero saziati» (FF 788): nessuno resti indietro nel cammino della speranza, soprattutto chi attende una vita migliore e più dignitosa, perché vive la stessa precarietà della Santa Famiglia. Lasciamoci pervadere da questo appello ad uno stile essenziale, sobrio nell’esteriorità perché colmato nelle attese più profonde dalla nascita del Verbo.
Come Maria, nel cui grembo la Parola è divenuta carne, diamo alla nostra vita la forma del Vangelo, per poter ricevere e trasmettere il sigillo della Speranza che lei ha donato a tutti noi nel Bambino Gesù. Auguri!
Nardò, Natale del Signore 2023
+ Fernando FILOGRANA
Vescovo di Nardò-Gallipoli